Passa ai contenuti principali

Secondo seminario nazionale del karate tradizionale di Okinawa

Secondo seminario nazionale del karate tradizionale di Okinawa     



Domenica 11 marzo presso la scuola giapponese di Milano si è tenuto il secondo incontro nazionale dedicato al karate tradizionale di Okinawa, organizzato dall’ Okinawa karate kenkyukai. Io non avevo partecipato al primo seminario e devo dire che sono realmente grato al maestro Emanuel Giordano di avermi dato questa possibilità e sono sicuro che anche chi aveva già avuto la fortuna di partecipare alla prima edizione non è rimasto deluso.       

La giornata, intensa ma scorrevole si è svolta in un clima di rispetto, amicizia e passione. Grazie alla presenza del maestro Akamine Hiroshi arrivato direttamente dall’isola di Okinawa, che ha aperto la pratica mattutina, insegnando l’arte del kobudo con lo studio base dell’utilizzo del bo, il bastone lungo, arma principale e fondamentale di questa disciplina che è strettamente legata al karate. Dopo la pratica con il bo, il maestro aiutato da due suoi studenti diretti, ha dimostrato altre armi tipiche presenti nella sua scuola, mostrando un kata per ognuna delle armi accompagnando il tutto con qualche applicazione e qualche dritta sull’utilizzo di questi “attrezzi”. Dopo questa prima parte il maestro ha dato la possibilità, dividendo i partecipanti in due gruppi, di praticare karate o approfondire ulteriormente il kobudo. Lui con un gruppo ha proposto qualche esercizio basato su alcuni meccanismi del corpo tipici del karate di Okinawa, mentre i suoi collaboratori, Hamby Dell e Rafael Salmeron,  hanno continuato ad approfondire la pratica con il bastone con l’altro gruppo. Finita questa prima parte del seminario e dopo le foto di gruppo e con il maestro, c’è stata la pausa per rigenerare qualche energia mangiando qualcosa.   

Nel frattempo la pioggia non ha mai smesso di scendere, facendoci compagnia con il suo ticchettio fino all’ora di rimettere i piedi sul tatami.   

La seconda parte del seminario è stata incentrata sulla studio dei diversi stili del karate di Okinawa, nello specifico Shorin-ryu e Goju-ryu. Purtroppo per motivi di salute il maestro Eduardo De Angelis che doveva proporre lo stile Uechi-ryu non ha potuto rimanere e quindi dopo aver creato tre gruppi a turno i praticanti hanno avuto la possibilità di praticare con i maestri Emanuel Giordano (Shorin-ryu) Mattia Maritan (Goju-ryu) Mirko Mori (Shorin-ryu) ed il maestro Santiago Sacaba (Shorin-ryu) che tra l’altro ringrazio per aver supervisionato tutto il seminario donando preziosi suggerimenti a tutti i praticanti. Girando da un maestro all’altro è stato possibile approfondire il karate senza distinzioni di stili e personalmente ho avuto la possibilità di notare come i principi tipici di ogni stile completano e sono perfettamente in sintonia con gli altri. Tra i praticanti vi era molta varietà di scuole di provenienza, ed è stato bello vedere e rendersi conto che nonostante differenti pratiche e differenti forme tutti eravamo praticanti della stessa arte marziale.   Dopo otto ore di pratica questa bellissima esperienza si è conclusa lasciando qualcosa in più nel “bagagliaio” delle conoscenze di ogni persona che vi ha preso parte. Spero di poter ripetere questa esperienza per approfondire le conoscenze con i maestri ed i vari partecipanti che hanno dato vita ad una giornata sicuramente da ricordare.   

Colgo l’occasione per ringraziare Emanuel, per la passione che dedica a quest’arte marziale, che sto avendo modo di conoscere meglio mensilmente grazie ad un percorso dedicato allo studio dello stile S0horin-ryu e che consiglio vivamente a chiunque avesse la possibilità di parteciparvi.   

Oltre a lui voglio ringraziare il maestro Akamine Hiroshi che nonostante non fosse nelle migliori condizioni fisiche ha fatto il possibile per farci apprendere l’arte che insegna con attenzione ai particolari, molta simpatia  e cosa che mi ha colpito molto, con grande umiltà.   

Ringrazio i suoi collaboratori Hamby Dell e Rafael Salmeron, il ragazzo  che si è prestato ad un doppio e duro lavoro, traducendo dal giapponese all’italiano rendendo possibile la comprensione di ciò che veniva detto.  

Ringrazio gli altri maestri che hanno trasmesso la loro esperienza e competenza in modo molto semplice anche per chi come me non ha grande esperienza alle spalle. Il maestro Sacaba, il maestro Maritan ed il maestro Mori.  

Infine ringrazio il maestro Okochi Akimitsu della scuola Gesshinkai e le altre persone che hanno ospitato l’evento nella scuola giapponese di via Arzaga a Milano. E un grazie a tutti i partecipanti con cui ho condiviso ore di allenamento e scambio di conoscenze.  

Alla prossima,  
 Alessandro Rebuscini

Commenti

Post popolari in questo blog

COMPRENDERE QUELLO CHE DICIAMO: l'importanza delle parole nella pratica dell'arte marziale.

COMPRENDERE QUELLO CHE DICIAMO: l'importanza delle parole nella pratica dell'arte marziale. Con questo articolo che preciso subito non è frutto del mio lavoro ma che mi è stato concesso di pubblicare in questa sede da parte di Francesco in arte Karatesen, fondatore di  http://www.karatesen.it , intendo mettere a disposizione dei miei lettori questo, a mio avviso, molto importante lavoro che parla di una parola, un termine, che molti praticanti di karate (soprattutto coloro che vengono dallo stile Shotokan) utilizzano fin dai primi allenamenti ma che molto probabilmente non hanno nemmeno idea di che cosa significa o da che contesto deriva. Io sicuramente prima di essermi messo alla ricerca del significato di questo termine non sapevo quasi nulla sulla sua origine, sapevo solo che viene usato nel karate in diverse circostanze: si usa come saluto prima e dopo la lezione di karate, si usa come termine di consenso, per annuire e rispondere quando si è capito qualcosa ma anche

UNA LEZIONE DI VITA.

UNA LEZIONE DI VITA. Buonasera lettori, è con grande dolore e lacrime agli occhi che mi appresto a scrivere di una grande lezione che la vita mi ha riservato il giorno 6 marzo nel quale oltre alla febbre e l'ansia per la situazione che stiamo vivendo, ho potuto capire quanto sia importante ogni nostra azione nei confronti del mondo. Con questo scritto credo d voler dare una giustificazione ed un senso a quanto ho deciso di fare e di cui in parte provo sensi di colpa, ma intendo anche condividere una importante consapevolezza che ho maturato. Da circa un mese e mezzo io e la mia compagna avevamo deciso di adottare una femmina di Calopsite, una simpatica pappagallina con origini australiane, che era diventata "di troppo" in una famiglia nelle cerchie delle nostre conoscenze. Non avremmo mai voluto prendere un volatile in quanto contrari alle costrizioni nei confronti di una delle specie animali che maggiormente incarnano il concetto di libertà. Abbiamo decis

KARATE: TERMINI POCO CONOSCIUTI.

    PRATICHI KARATE? ECCO ALCUNI TERMINI DI CUI PROBABILMENTE NON HAI MAI SENTITO PARLARE. Ho il piacere di presentarvi parte della terminologia utilizzata durante la pratica nei dojo tradizionali sull'isola di Okinawa. Se vi interessa scoprire di più sulle origini del karate e se desiderate recarvi sull'isola giapponese per allenarvi sono sicuro che troverete utile questo lavoro. Non è la prima volta che mi appresto a scrivere di un tema che a mio avviso è molto importante per un praticante, e nel mio caso, un appassionato di arti marziali. Il tema in questione riguarda la “tradizione”, ovvero tutto quello che riguarda usi, costumi e valori che caratterizzano il patrimonio di una determinata cultura. Nel caso specifico del karate parliamo di cultura okinawense, ovvero quella sviluppatasi sull’isola di  Okinawa  che si trova nell’arcipelago delle Ryukyu in Giappone. Quando il karate